La terra degli Dèi.

Silenziosa, appartata, distesa come un bianco felino sulle rive del mare, Siracusa è stata la più ricca e potente delle città greche in Sicilia. Fondata dai Corinzi nel 734, divenne il centro egemone del mondo greco-occidentale, arrivando ad essere considerata l’antagonista diretta di Atene.

Considerata una Pentapoli divisa in cinque quartieri che corrispondevano a cinque piccole città: Ortigia, Acradina, Epipoli, Tiche e Neapoli, Siracusa divenne sotto la guida di Ierone, un centro di cultura e ricchezza.

Città amante della poesia Siracusa, abituata da sempre a veder aggirarsi per le sue strette vie, un gran numero di filosofi, cantòri e poeti. Da Pindaro, a Simonide, da Eschilo, ad Ovidio. Ma soprattutto Siracusa amava, e ama ancora il Teatro Greco, fra le cui bianche pietre simili a ossa calcinate dal sole, vengo ancora oggi messi in scena i drammi esistenziali che l’uomo rivolge a sé stesso.

Il teatro greco sorge a Neapolis, il quartiere che fra i cinque racchiude le più preziose testimonianze della città antica: il Teatro Greco, la gigantesca Ara di Ierone, l’Anfiteatro Romano, la Necropoli Grotticelle, con la cosiddetta Tomba di Archimede, e il Bagno di Venere.

Camminare per queste antiche strade calcinate, fermarsi a riposare sulle pietre bianche e farinose sarà come compiere un viaggio a ritroso nel tempo che fu quello di Sofocle, Euripide, Menandro, Teocrito.

Lungo il magico percorso per raggiungere l’anfiteatro, vi stupirà l’incontro con l’immensa Latomia del Paradiso, antica cava di pietra che ha i colori dell’alba, dal rosa pallido al verde tenue, tappezzata di licheni e capelvenere come la grotta dei Cordari, detta così per la lavorazione della canapa che in quel luogo avveniva, o quella dei Cappuccini da cui fin dall’età greca si estraevano blocchi di calcare per la costruzione degli edifici.

Una visita è d’obbligo alle Catacombe di San Giovanni che, insieme alla Cripta di San Marziano e alla Basilica di San Giovanni Evangelista, rappresentano più di mille anni di cristianità.

Finestra sul DOC

Ortigia anima greca.

Ma a Siracusa c’è, oltre le mura del Museo, la vita di una città che rimasta greca nei gusti, nella mentalità, nelle usanze. Per incontrarla si vada in Ortigia, l’isoletta che si protende sul mare fra il Porto Piccolo e il Porto Grande in un intrico di stradine, d’armonie barocche fra sole e ombra, carrozzelle gremite di turisti, e profumi che ad ogni passo invitano e seducono. Perché è terra di dèi, questa, che qui hanno abitato a lungo lasciando un patrimonio di miti e leggende. Lo si sente nell’aria questo profumo che viene dal passato e non rimane che perdersi a contemplare la storia che qui scorre nel sangue dei siracusani.

Storia che emerge visitando il Tempio di Apollo, il più antico tra quelli siracusani. Una testimonianza che ancora oggi ci serve a comprendere quanto sia stata grande e potente la città di Siracusa.

Ad Ortigia le meraviglie sono tante: a poca distanza da piazza del Duomo, s’affaccia il federiciano Palazzo Bellomo che ospita la Galleria D’Arte Medievale e Moderna, oggi Museo Regionale, in cui vi è esposta la famosa Annunciazione di Antonello da Messina, e soprattutto il quadro del grande Michelangelo Merisi. Ovvero il seppellimento di Santa Lucia esposto in una grande e silenziosa sala in cui si entra con passo lieve, già turbati dalla grandiosa scena che l’occhio ha in parte colto.

Tra le bellezze di Ortigia, non bisogna dimenticare la Fonte Aretusa, uno dei luoghi mitici della città. La Fonte è posta in un belvedere che s’affaccia sul porto e da cui si diparte un lungomare fra i più suggestivi che possiate trovare. Intorno a questa fonte singolare dove nuotano anatre e cefali, si aggirano i turisti conquistati dal mare e dal cielo sempre azzurro, attratti da una fioritura di negozi e bancarelle che espongono i prodotti tipici locali. Rimanete lì, fra cielo e mare. Non abbiate fretta. A Siracusa, città d’antico fasto dove il pensiero che nasce dalla meditazione è stato germe d’opere immortali, la fretta è disdicevole. Significherebbe non cogliere la bellezza di quell’attimo che state vivendo.