Stromboli.

Celebre per il vulcano che la domina, l’isola può essere abitata perché il materiale eruttivo viene rovesciato soltanto presso la cosiddetta Sciara del Fuoco a nord-est dell’isola. La sua fama è legata anche al film Stromboli, terra di Dio di Roberto Rossellini, sul set del quale nacque il suo amore con la protagonista Ingrid Bergman.

I villaggi di San Vincenzo e San Bernardo nella parte nord-est dell’isola formano il paese di Stromboli. Sulla costa meridionale c’è il villaggio di Ginostra. Anticamente, per la sua forma, Stromboli era chiamata Strongyle (la Trottola). L’abitato di Stromboli, fino alla prima metà del secolo scorso, si estendeva in prossimità del mare, lungo le spiagge di Scari, Ficogrande e la scogliera di Piscità. Oggi il centro del paese è stato spostato più a monte. Case basse e semplici, dai muri bianchi, si perdono nel verde. Tra esse, di più complessa architettura, si innalzano le due chiese di San Vincenzo Ferreri e di San Bartolomeo. Nel 1975 è stata portata alla luce una necropoli greca con tombe della fine del IV e dei primi decenni del III secolo a.C..

A nord-est un promontorio divide la Sciara del Fuoco dalla borgata di Ginostra, che si adagia in un vasto anfiteatro con le sue casette sospese su precipizi rocciosi orlati di agavi o nascoste tre fichi d’India e oliveti. A Ginostra si arriva attraverso gli scali di Lazzaro e di Pertuso, e oltre si susseguono costoni di roccia alternati da frane di massi e profondi canaloni sabbiosi che, dalla vetta del monte, scendono ripidamente fino al mare.

panarea

Panarea.

Panarea, isola di magico incanto, è stata abitata fin dall’età neolitica, ed è un grande “museo” archeologico all’aperto. Nella località Piano Quartara sono state trovate tracce di un insediamento appartenente all’inizio dell’età del Bronzo. Alla Punta di Peppe Maria e ancora alla Calcara sono cospicue le tracce della Cultura di Capo Graziano esistita tra il XVIII o il XVII secolo e il 1400 prima di Cristo.

Sul promontorio di Punta Milazzese all’estremità sud-est si sviluppa un villaggio di capanne risalenti alla media età del Bronzo. Anche Basiluzzo ha una certa importanza archeologica. In tutta l’isola si conservano resti di edifici romani in opus reticulatum con tracce di pavimenti a mosaico e intonaci colorati alle pareti. Nell’estremo nord di Panarea, in una conca denominata Calcara si aprono numerose fumarole dalle quali si sprigiona gas. Nei pressi della banchina, in contrada San Pietro, sgorga una sorgente d’acqua calda a 50 gradi con proprietà terapeutiche. Dinanzi a Panarea, in prossimità dello scoglio Bottaro si verifica un fenomeno determinato da fumarole sottomarine: le bolle di gas salgono dal profondo del mare e si aprono sulla superficie del mare generando un gorgoglio, che costituisce la cosiddetta Caldaia.

filicudi

Alicudi e Filicudi.

Alicudi è l’antica Ericusa, nome dovuto all’erica di cui è ammantata. L’isola, costituita da un vulcano inattivo, ha forma subconica e culmina col Filo dell’Arpa o Timpone della Montagnola. Il versante occidentale dell’isola è ripido e disabitato; quello orientale è costituito da ripiani e disseminato di case tra le quali si leva, in pittoresca posizione, la chiesa di San Bartolomeo. Caratteristici sono il Serro della Farcona, circondato da alti precipizi e il Timpone delle Femmine, in una zona impervia dove si rifugiavano le donne durante le scorrerie saracene.

Filicudi, l’antica Phoenicusa, trova la ragione del suo nome nell’abbondante vegetazione di felci che la ricopriva. Le pendici e le falde dell’isola sono ripide e rocciose. Le case sono raggruppate attorno al porto Pecorini e, soprattutto, a Valdichiesa, dove sorge la chiesa di Santo Stefano. Le coste presentano bellezze non comuni. Declivi formati da terrazze rivestite di boschi di ginestre e digradanti verso il mare seguono a strette valli, a dirupate scogliere. Qua e là s’aprono profonde grotte come quella del Bue marino che si presenta con un’entrata a ogiva, con un caratteristico atrio e con una cavità molto ampia. I giochi di luci e di ombre vi producono suggestivi fenomeni di rifrazione. Il mare è molto ricco di fauna ittica.

lipari

Lipari.

Lipari è la maggiore delle Eolie e, con i suoi 9.000 abitanti la più popolosa dell’arcipelago. Fra i monumenti più importanti da ricordare il Castello in posizione strategica con le sue poderose mura di cinta, e la Cattedrale, costruita dai Normanni nel 1080 e rimaneggiata nei secoli seguenti. Dedicata a San Bartolomeo, protettore delle Eolie, la cattedrale fu fatta costruire dal Gran Conte Ruggero per farne dono a frate Ambrogio, primo abate di tutte le Eolie. Nel 1181 viene ricostruita la sede vescovile a Lipari e Ruggero II, nel 1134, confermò la donazione della Cattedrale alla comunità religiosa.

Nel 1544, il pirata Khair an.Din, detto Barbarossa, nell’assalto a Lipari diede alle fiamme anche la Cattedrale che fu ricostruita nel 1654 e fino al 1861, anno in cui risale la facciata. L’unica testimonianza della costruzione originale è data da una serie di capitelli del chiostro, i quali si distinguono i due gruppi: il primo presenta un ornato vario di tipo fogliaceo-geometrico; il secondo gruppo di soggetti figurati di valore simbolico-religioso.

Tra le opere conservate all’interno, notevole è la tela di santa Caterina d’Alessandria: la santa, rappresentata a figura intera con gli angeli reggicorona, è strutturata in un rigido e arcaico schematismo di matrice popolare devozionale. Il Museo di Lipari rappresenta uno dei musei archeologici più importanti d’Italia, soprattutto per quanto riguarda il periodo neolitico e l’archeologia marina. Vi sono esposti reperti provenienti dagli scavi effettuati delle isole Eolie dagli anni Quaranta a oggi e che vanno dal periodo preistorico al greco-romano. Da ricordare le Terme di San Calogero con proprietà terapeutiche.

vulcano

Vulcano.

Vulcano, l’antica Hierà (sacra), Thermessa o Terapia, è molto interessante per i suoi svariati fenomeni vulcanici e post-vulcanici. È costituita da un altopiano, il più vasto delle Eolie, formato da lave, banchi di tufi, depositi quaternari e solcato da profondi valloni. Sulle alte pendici il panorama si presenta pittoresco e selvaggio: picchi si alternano a estese zone di tufi e di arene. La circumnavigazione di Vulcano è un susseguirsi di fantastiche visioni famose per varietà e bellezza di scenari.

Tucidide verso la fine del IV secolo prima di Cristo ci fornisce le prime notizie circa l’attività eruttiva del cratere. Presso il porto sgorga una sorgente termale chiamata Acqua di Bagno. Cospicuo è il potere terapeutico di queste acque.

salina

Salina.

L’isola ha un’estensione di 27 chilometri quadrati, ed è suddivisa in tre comuni autonomi: Leni, Malfa e Santa Marina. Anch’essa di natura vulcanica, è costituita dalle vette dei due monti più alti delle Eolie Fossa delle Felci e Fossa dei Porri, vulcani ormai spenti da tempo; da qui il suo nome Didyme, che significa gemelli. Dal punto di vista storico, anche Salina è stata protagonista nella evoluzione del neolitico eoliano. Insediamenti dell’età del Bronzo sono quello di Serra dei Cionfi e quello della Sciara di Portella. Quest’ultimo fu violentemente distrutto, forse intorno al 1270 prima di Cristo, per mano degli Ausoni. Lo sviluppo continuò fino all’età Bizantina e Medievale. Le invasioni arabe la resero deserta finché, popolazioni e attività conobbero nuovi splendori. Salina è l’isola più fertile delle Eolie. Qui si raccolgono le uve pregiate da cui si ricava la Malvasia delle Lipari, un pregiato vino da dessert, tipica anche la coltivazione di capperi.

Moltissime le leggende e i miti che la riguardano e che si perdono nella notte dei tempi. Alcune si mantengono ancora oggi. Per anni a Salina c’è stata una tradizione marinaresca e navi di proprietà di armatori locali che hanno fatto conoscere all’isola non soltanto un periodo di benessere economico, ma anche culturale, portando la conoscenza e la cultura del mediterraneo.