Favignana.
Il nome dell’isola, che dagli antichi era chiamata Aegusa, deriva da quello del Favonio, il vento bizzarro e vitalizzante che spazza via l’umidità, rende limpido il cielo che ha le trasparenze del cobalto, dona un’aria tersa come cristallo e trasforma il mare in un angolo di paradiso. In primavera i campi diventano una composizione meravigliosa di fiori coloratissimi, dove la fanno da padroni i papaveri rosso acceso e i fiordalisi blu Madonna. Mentre la densa Macchia Mediterranea avvolta dal ronzio delle api è un tripudio di fiori dai profumi penetranti e intensi. L’isola, 19 kmq, ha un profilo simile a una farfalla dalle ali spiegate, è dominata dalla mole del Monte Santa Caterina, alto 310 m, sulle cui pendici spunta il vecchio Castello costruito dagli Arabi che di notte viene illuminato con delle luci giallo oro. Lungo la spettacolare costa si aprono le cave di tufo e alcune calette da sogno. Circa 30 km di insenature, spiagge di sabbia o di ciottoli, scogliere e promontori. Cala Rossa, simbolo dell’isola, sulla costa nord-orientale, oltre la scogliera del Bue Marino, con una parete scoscesa traforata da grotte, contende il favore dei vacanzieri ad altre più appartate e meno note, raggiungibili via mare o a piedi fra cespugli di mirto e lentisco. Mentre sulla costa meridionale si apre Cala Marasolo o Monaci, con acque incredibilmente trasparenti. Poco meno di 20 kmq tutti da gustare e da scoprire.
Si sbarca nel piccolo porto circondato da edifici eretti nel 1878 dall’architetto palermitano Giuseppe Damiani Almeyda. È qui che la famiglia Florio, potente dinastia siciliana che ha tenuto a battesimo il famoso Marsala, aveva le sue dimore esclusive. Dalla parte opposta della baia si erge il Palazzo Florio. Dimora eclettica di fine Ottocento, è oggi sede di un piccolo Museo Archeologico e della direzione della Riserva Marina. Sulla spiaggia della Plaia, ancora un segno dei Florio. Qui vi è lo stabilimento, che fu chiuso nel 1960, prezioso reperto di archeologia industriale.

Lèvanzo.
Chiamata dai Romani Phorbantia, Lèvanzo, larga 2 km e lunga 5 km, con coste molto alte e rocciose, è la meno frequentata dal turismo delle Egadi. Al centro si estende un altopiano coltivato a vigne e cereali che culmina nel Monte Monaco, alto 278m., la sua maggiore attrazione è costituita dal faraglione, isolotto conico saldato all’isola mediante un sottile istmo. L’unico centro abitato è Lèvanzo a sud est, che si specchia su di una minuscola caletta.
Notevole la Grotta del Genovese, a nord ovest del paese, che si raggiunge con una mulattiera o in barca, con graffiti preistorici.

Marettimo.
La più lontana delle Egadi dalla Sicilia è l’isola di Marettimo, la Hiera degli antichi, totalmente ricoperta dalla macchia mediterranea, dai pini di Aleppo, lecci e cespugli d’erica. Con una superficie di 12 kmq, nella parte nord dell’isola si aprono numerose grotte marine, in parte sommerse, i cui fondali sono ricchi di pesci e coralli. Spicca fra tutte la Grotta del Cammello dove ci si arriva in barca fino a una minuscola spiaggia di ghiaia. Poco lontano vi è la Grotta del Tono così chiamata perché le onde che vi si frangono emettono un suono cupo simile a quello, appunto, del tuono. E poi ancora la Grotta della Pippa e la Grotta del Presepe. Più avanti si incontra Punta Libeccio. Mentre sulla costa ovest Monte Falcone, alto 686 m, che occupa la parte centrale dell’isola, precipita a strapiombo nel mare, quasi dando vita a un baluardo posto di difesa di Marettimo. E ancora. Cala Bianca possiede acque verdissime e purissime, con piscine naturale da tropici.
Cala Spalmotore presenta una spiaggia ghiaiosa. Anche Marettimo fa parte della Riserva delle Egadi, per cui la pesca e la navigazione con le barche sono condizionate a regole severe per la salvaguardia dell’ambiente.
Davvero minuscolo è il porticciolo d’arrivo, sulla costa est, su cui si affaccia il piccolo borgo marinaro, con strette stradine e case basse, dove si trova il Museo del Mare e delle Attività e Tradizioni Marinare, l’Ufficio Informazioni e quello dell’Associazione Culturale Marettimo. Il tramonto più spettacolare si gode comunque dai tavoli del Caffè Tramontana, vicino alle case dello Scalo Vecchio. Qui ci si dà appuntamento per l’aperitivo e per lo spettacolo del sole che scende dietro il Castello di Punta Troia, torre di avvistamento saracena che fu trasformata dai Normanni in fortezza e dai Baroni in carcere di massima sicurezza.
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