Street food.

Il cibo di strada può essere definito la naturale evoluzione dei piatti tipici proposti durante sagre, feste popolari e ricorrenze particolari. Per storia, cultura e varietà, l’Italia è la patria dello Street food, 21 regioni che, attraverso migliaia di ricette di provenienza popolare, raccontano il loro modo di essere orgogliosamente italiane. Tra tutte le regioni italiane, la medaglia d’oro va sicuramente allo street food siciliano, che per varietà di proposte, colori e profumi, è il più variegato d’Italia.

Da Palermo a Catania, da Messina a Trapani, passando per tutte le altre meravigliose città siciliane, lo street food siciliano è un continuo percorso enogastronomico, che non finisce mai di stupirti.

Chiosco delle crispelle

Crispeddi.

Oggi vi vogliamo parlare di quello Catanese, e in particolare del piatto principe dello street food etneo, cioè i Crispeddi (le crispelle).

Molti di voi non sanno che, il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito le crispelle nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sicilia (PAT), dando riconoscimento a questa ricetta che accompagna ogni buon catanese fin da piccolo.

Molti credono che le crispelle si consumino principalmente a natale, non c’è affermazione più errata di questa, e chiunque abbia trascorso almeno due giorni a Catania, sa benissimo che per chi è nato sotto l’Etna ogni scusa è buona per “ammuccarsi ‘na crispedda”.

La ricetta.

Ingredienti:

500 gr di semola di grano duro rimacinata;

12 gr di lievito di birra fresco (4 gr di lievito di birra disidratato);

mezzo cucchiaino di zucchero per far partire la lievitazione;

15 gr di sale fino;

circa 500 gr di acqua;

300 gr di ricotta di pecora;

5 acciughe (alici) sotto sale o sott’olio.

Preparazione:

Setacciare la farina insieme allo zucchero e al sale in una bacinella abbastanza capiente da permettere la lievitazione fino al raddoppio; sciogliere il lievito di birra in parte dell’acqua (meglio se tiepida) e unirlo agli altri ingredienti; unire l’acqua a poco a poco e con una forchetta amalgamare il tutto;

Man mano che il composto diventa morbido continuare a lavorare con la forchetta con movimenti dal basso verso l’alto. Proseguire fino ad ottenere una “pastella” dalla consistenza quasi liquida.

Coprire la bacinella con pellicola trasparente, avvolgere in una coperta e lasciare lievitare in luogo caldo fino al raddoppio (calcolare dalle due alle tre ore a seconda della temperatura);

Preparare la ricotta a pezzetti e le acciughe su un piano in modo che siano facilmente disponibili.

Riempire una padella a bordi alti con olio e. v. d’oliva e portarlo a una temperatura di circa 190 gradi adatta alla frittura; tenere vicino a voi una bacinella piena d’acqua; bagnatevi una mano e stendete un cucchiaio di pastella; posare un pezzetto di ricotta o un’acciuga e avvolgere tirando delicatamente i lembi della pastella fino a richiudere come un fagottino; un consiglio: per riconoscere le crispelle alle acciughe da quelle alla ricotta date una forma più allungata alle prima e più tonda alla seconde.

Fare scivolare delicatamente nell’olio bollente non più di due o tre crispelle alla volta per non abbassare la temperatura dell’olio; non appena le crispelle si presentano uniformemente dorate scolarle dall’olio con una schiumarola e metterle su carta assorbente nell’ordine in cui vengono estratte.

Una volta terminata la pastella e la prima frittura friggere nuovamente le crispelle partendo dalle prime. In questo modo l’interno dei crispeddi sarà cotto a perfezione e la crosta perfetta.

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