L’ombelico della Sicilia.

Tra le colline della Sicilia centrale s’alza una specie di piramide naturale dal vertice troncato di netto, sulla sua cima, a 931 metri, è collocata Enna, il capoluogo di provincia più alto d’Italia.

Si ritiene che Enna sia stata fondata intorno al 2700 a.C. dal sicano Ennio dal quale per alcuni storici prese il nome. I primi insediamenti risalgono all’alba dei tempi, come testimoniano i reperti archeologici, e i primi ad abitarla furono i sicani. I greci si impadronirono intorno al V secolo prima di Cristo di quello che il poeta Callimaco chiamava “l’ombelico della Sicilia”. Ai greci seguirono i cartaginesi e a loro i romani. Il Cristianesimo arrivò con i bizantini che chiamarono la città Castrum Hennae. Nell’ 859, la presero gli arabi ed Enna vide ancora una volta cambiare il suo nome in Cars Jani, da cui derivò il nome Castrogiovanni. Intorno al 1088, furono i Normanni a conquistare Castrogiovanni, nome che Enna mantenne sotto tutte le dominazioni. Soltanto nel 1926, divenuta capoluogo di provincia, tornò a essere Enna.

Enna vista dall'alto

Un museo a cielo aperto.

Del patrimonio storico e artistico di Enna fa parte il Castello di Lombardia uno dei più importanti castelli medievali della Sicilia. Dove sorgeva una fortificazione araba, irrobustita dai normanni, Federico II di Svevia, nel XII secolo, fece erigere una possente cortina di mura con torri. Il castello rimaneggiato da Federico III d’Aragona, che lo scelse come residenza, ha pianta irregolare poiché segue con le sue strutture la morfologia naturale del terreno sul quale sorge. Conserva sei delle venti torri originarie della cortina muraria e i cortili che si aprono in sequenza uno dopo l’altro. Da quello più interno di San Martino si sale alla torre Pisana, la più elevata e la meglio conservata, dalla cui terrazza si ammira uno straordinario panorama. Nelle immediate vicinanze del Castello, sullo sperone roccioso a nord-est detto Rocca di Cerere, si riconoscono le strutture del tempio dedicato alla Dea.

Il Duomo trecentesco fu semidistrutto da un incendio nel 1446 e quindi ricostruito nel corso del XVI secolo. Della forma originale conserva il transetto, nella cui testata si trovano un portale gotico murato e le tre absidi. Nel lato che s’affaccia su piazza Mazzin, si apre un portale cinquecentesco che reca nel timpano un pregevole bassorilievo marmoreo raffigurante San Martino e il povero. L’interno basilicale a croce latina è suddiviso in tre navate da arcate ogivali su tozze colonne in pietra lavica, che recano decorazioni alle basi e capitelli finemente intagliati da diversi scultori del Cinquecento.

Il Museo Alessi prende il nome da canonico ennese Giuseppe Alessi, che tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento raccolse gran parte dell’opere artistiche e degli oggetti preziosi qui esposti. Di grande prestigio sono anche le collezioni del Museo archeologico. Aperto nel 1985, ha sede negli eleganti locali di palazzo Varisano costruito nel Settecento. Nel museo, che illustra le fasi preistorica, classica e medievale del territorio ennese, i reperti sono disposti secondo un interessante criterio antropologico. La Seicentesca Chiesa di Santa Chiara, ristrutturata nel XVIII secolo, è un sacrario nel quale riposano i resti mortali dei caduti della Prima e della Seconda Guerra Mondiale. L’interno, Settecentesco, ha un pavimento in maiolica con due pannelli di soggetto inconsueto.: l’Avvento della navigazione a vapore e il trionfo del Cristianesimo sull’Islamismo. È dedicata a San Francesco d’Assisi la chiesa fondata originariamente nel Trecento e completamente rifatta nel corso dei secoli. L’edificio poggia su uno zoccolo in pietra con le pareti inclinate, che conferisce all’insieme l’aspetto di una fortezza più che di un edificio religioso. Anche la poderosa torre campanaria del XV secolo ha una fisionomia militare.