La venere nera.

Città particolare, Catania. Per la sua bellezza da venere nera, scura come la lava di cui è fatta, su cui risaltano i fregi e le decorazioni del bianco calcare. Città multiforme: settecentesca nel suo centro storico ricostruito dopo il sisma del 1693, e moderna nel suo dilatarsi fino ai paesini che, sulle pendici dell’Etna si sono espansi; città sagace e operosa, levantina per indole e tradizione; città aspra e dolce come le sue arance succose, come le sue donne belle e fiere; e città letteraria come nessun’altra per il gran numero di scrittori che qui nacquero o vissero: da Verga a Brancati, a Patti, a Capuana, fino a Martoglio e Aniante.

Ma soprattutto la sua posizione ad aver incantato visitatori che si sbalordivano alla visione dell’Etna fumante mentre potevano tuffarsi in acque temperate. Acque che, a sud bagnano un litorale lungo chilometri di sabbia impalpabile, gradita ai giochi dei bambini e alle sieste sotto l’ombrellone; a nord, invece, offrono riviere acciottolate e scogliere formatesi con la lava dell’Etna.

È la scogliera dei ciclopi, quella mitica di Ulisse e del cieco Polifemo che in quel mare lanciò i massi che chiamiamo faraglioni. Ma non ha solo il mare Catania. Né solo l’Etna. Si venga, in febbraio, a vedere la particolare festa di Sant’Agata o, tutti i giorni, i suoi mercati all’aperto, i teatri, i pittoreschi quartieri popolari. Si vivano le sue notti, ci s’intrattenga con la sua gente che ha la battuta sempre pronta, fine. Vi accorgerete che Catania è città teatrale che mette in scena, ogni giorno, sé stessa.

Finestra sul DOC

Catania e dintorni.

Andateci di notte, a Catania. È un consiglio che ci sentiamo di darvi perché Catania indossa, di notte, il suo abito più bello, e le notti sono una festa. Chiusi i negozi, allentato il traffico, spenti i clamori, i monumenti, i palazzi e le chiese settecentesche, alle luci dei lampioni parlano un più segreto linguaggio, rivelando tutto il loro splendore. Visitate la splendida cattedrale con la facciata del Vaccarini movimentata da colonne libere e cornici spezzate, racchiusa da una balaustra in marmo ornata da statue.

Uscendo dalla cattedrale, ai lati della scenografica piazza, con al centro il famoso ‘Liotru’, il potere civile è rappresentato dal Palazzo degli Elefanti, sede del Municipio, con all’interno le due settecentesche Carrozze del Senato, che durante la festa della santa patrona, sfilano per la Via Etnea. Passeggiate per la decantata Via Crociferi. Artisticamente, una delle più importanti strade d’Italia e certo la più suggestiva, ricca di straordinarie chiese che si susseguono come note di una melodia.

Riempitevi il cuore visitando il Monastero dei Benedettini, oggi sede della Facoltà di Lettere, che è una delle meraviglie di questa città. Giacché ci siete, date un’occhiata anche all’attigua chiesa di San Nicola, con la facciata suggestiva e inquietante, proprio pe le sue poderose colonne lasciate a mezzo. Ma, benché Catania sia essenzialmente una città settecentesca, non si possono trascurare alcune testimonianze di un passato più remoto, come quelle al centro della via più famosa della città, cioè la Via Etnea, eternata nelle pagine dei maggiori scrittori catanesi, da Verga a Brancati.

Palmento Costanzo

Unione tra mare e montagna.

È, la via Etnea, una strada che unisce il mare alla montagna. Una via lunga oltre tre chilometri, sulla quale prospettano ben sette chiese, fra cui la magnifica Collegiata di Stefano Ittar, un tempo riferimento delle famiglie nobili della città. Strada di eterno “passìo” (passeggio), la via Etnea è oggi una strada prettamente commerciale, ma che non ha perso del tutto il suo fascino originario legato alle pagine letterarie. Gustatevi un buon gelato in una delle sue tante pasticcerie.

Affacciandosi magari per ammirare un’altra meraviglia di Catania, quell’Anfiteatro romano annidato al centro di piazza Stesicoro e che a prima vista sembrerebbe un’inquietante voragine nera. Riportato alla luce dagli scavi effettuati ai primi del ‘900, capace di concentrare ben 15.000 spettatori, l’imponente anfiteatro risale al secondo secolo a.C. la sua forma ellittica è visibile solo in parte perché sepolta sotto la stessa piazza Stesicoro e le vie adiacenti, ma si può senz’altro visitarlo, di giorno e con apposite guide, per conoscere almeno in parte la Catania sotterranea, vecchia di secoli. Infine, per concludere nel modo più suggestivo la vostra visita notturna della città, suggeriamo di farvi portare a San Giovanni Li Cuti, un villaggio di pescatori che vanta una piccola insenatura di sabbia nera.

Si potrà passeggiare lungo il piccolo molo per contare le “lampare”, le imbarcazioni che a pochi metri dalla riva si affaccendano intorno al pesce che potrete mangiare l’indomani; oppure potrete sedere ai tavoli di uno dei tanti localini del minuscolo borgo per gustare, ad un passo dal mare, un’ottima pizza o un piatto tipicamente siciliano, così come preferite.