“Nessun posto è bello come casa mia”, così recitava Judy Garland nel celebre film Il Mago di OZ del 1939, ed è con questa frase che descriverei il protagonista della storia che vi stiamo per raccontare. Oggi vi parliamo di Giuseppe Rizzo e del suo Agricolab.

Finestra sul DOC

La conquista di Singapore.

Nato a Caltagirone, laureato in Legge, e con una forte passione per i viaggi, Giuseppe decide dopo aver completato gli studi di fare esperienza all’estero. Tramite un progetto che riguardava la comunità europea, si trasferisce a Singapore dove inizia a lavorare in una realtà locale.

Forse sarà stata la nostalgia di casa, oppure la voglia di riassaporare alcuni piatti che profumavano di ricordi, che spinsero Giuseppe ad iniziare a preparare delle ricette dal gusto pienamente siciliano. “Cominciai per gioco facendo delle focaccine in casa da fare assaggiare ad amici e colleghi. Le ricette le tirai fuori dai miei ricordi d’infanzia. Sin da ragazzo sono stato sempre innamorato delle tradizioni e del buon cibo, credo che non ci sia connubio migliore per descrivere chi siamo e il posto da cui proveniamo. Senza che me ne accorgersi mi ritrovai a fare focaccine per tantissime persone che ne richiedevano sempre di più. Dopo qualche mese aprii un laboratorio che mi permise di aumentare la mia produzione e di ampliare i prodotti aggiungendo la pasta artigianale. Iniziai ad importare grano siciliano e questo mi permise di collaborare con importanti realtà di Singapore”.

Compagna insostituibile di Giuseppe è sua moglie Fawn, che rappresenta un importantissimo pilastro di tutta la sua storia. ”Tutto quello che ho fatto, le decisioni che ho preso, e i sogni che ho realizzato, le ho condivise con mia moglie Fawn, probabilmente se non ci fosse stata lei, io non sarei qui adesso a fare quello che faccio. Fanw ha fatto una scelta importante e coraggiosa quando ha deciso di lasciare il suo importante lavoro per seguirmi in questa avventura. Le devo moltissimo”.

Palmento Costanzo

Il ritorno in Sicilia.

Il laboratorio che Giuseppe e Fawn gestivano arrivò in poco tempo alla sua massima produzione quindi, continua nel suo racconto Giuseppe, era giunto il momento per entrambi di prendere un’importante decisione. “Perché tutto quello che stiamo facendo non possiamo realizzarlo a casa mia, nella terra in cui sono nato e che a mio parere rappresenta un luogo che offre davvero tantissimo?”

Fu così che Giuseppe e Fawn decisero di partire per la Sicilia, con due bagagli pieni di esperienza e di speranza.
I primi mesi Giuseppe e Fawn li passarono girando la Sicilia in lungo e in largo alla scoperta di produttori locali che sposassero la loro stessa filosofia, e cioè quella del prodotto non solo d’eccellenza, ma che avesse un forte legame con il territorio e le sue tradizioni.

Lo scopo di Giuseppe e Fawn era quello di proporre al cliente un prodotto che avesse un’identificazione ben precisa in tutti i suoi componenti, una sorta di carta d’identità del piatto presentato. E’ cosi che prese forma Agricolab.

La degustazione

Cos’è Agricolab?

Definirlo un semplice ristorante significa non aver compreso il messaggio che c’è di fondo. L’espressione più corretta sarebbe quella di laboratorio gastronomico e agricolo.
Infatti fulcro della proposta di Giuseppe e Fawn è quella di valorizzare a pieno tutti quei prodotti che il territorio siciliano ci regala, riscoprendo la vera cucina di una volta con una chiave tutta moderna, senza però snaturare quella che è l’origine e la storia che ogni singolo piatto racconta.

“Ogni singolo piatto che noi presentiamo non deve essere una preparazione mera a sè stessa, ma un concentrato di emozioni. Attraverso le nostre ricette raccontiamo delle storie, che non sono solo quelle di Agricolab, ma di tutti gli uomini e tutte le donne che hanno contribuito alla realizzazione di quel piatto, dal contadino, al produttore, fino ad arrivare a noi che, come sapienti alchimisti, trasformiamo tutti questi sacrifici in gioie, perché in fin dei conti il cibo deve essere prima di tutto una gioia”.

Noi di Siculae Terra siamo onoratissimi di avere avuto la possibilità di conoscere Giuseppe e Fawn, e di avervi raccontato la loro storia, che rappresenta un altro capitolo di quel bellissimo libro che è l’enogastronomia siciliana.